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DI pane e miele

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Di pane e miele

Sull’eterno pianto del salice
riaccende la luna i desideri
e un gioco di memorie
- complice il calicanto profumato –
scende in fitti grappoli
sulla mia stanca estate.

(In quel tempo di carezze ed aquiloni
la mia infanzia e il mio stupore…
la tua figura antica…
le tue spalle ricurve…
il tuo sorriso…
la tua mano di pane e miele…
il tuo riposo una pianella di dolore…
e la vigile attesa nel guscio screpolato
della sera…)

Scivolando leggera
nella notte silenziosa
riemerge dal fondo una bimba
Dietro – a proteggerla – un volto.
Il tuo, madre.

Di amarti per sopravvivere
di sciogliere al vento i tuoi capelli
di baciare il tuo volto segnato
di stringere le tue mani dolcissime
di fermare il sangue che mi abbandona
di rimorire in purità d’amore
ho bisogno

In quest’ora spalancata ai cieli
solo di te, madre,
ho urgente spietato bisogno!






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